Lanciata ad Agritechnica 2019 in Germania, la serie “7R Gen 2” John Deere si è subito imposta a livello globale quale gamma in grado di proporre trattori di alta potenza il più possibile polivalenti, cioè capaci di far fronte con pari efficienza sia ai traini su strada impegnativi sia alle lavorazioni pesanti e continuative in campo. Su strada le macchine si giovano in effetti di una elevata dinamicità grazie a rapporti peso/potenza che possono scendere al limite dei 29 chili/cavallo e a trasmissioni in grado di far marciare i trattori a 40 km/h con i motori stallati anche a soli 1290 giri/minuto, così da minimizzare i consumi. In campo basta invece equipaggiare i trattori con le zavorre previste dalla fabbrica per far crescere le quasi undici tonnellate e mezza di massa di ulteriori 35 quintali ripartendoli in maniera ottimale fra avantreno e retrotreno.
Di fatto quattro trattori “double face” siglati “7R 270”, “7R 290”, “7R 310” e “7R 330”, che già nel 2020, a soli otto mesi dal primo lancio, divennero poi cinque con l’introduzione in gamma dell’attuale modello di punta, “7R 350”, un mezzo che con i suoi 388 cavalli di potenza massima può competere in termini prestazionali con i cugini serie “8R” e, più in generale, con tutti i super-trattori di classe “G” della concorrenza. Non a caso “7R 350” condivide con gli “8R” il motore sei cilindri, un John Deere “PowerTech Pvs” da nove litri alimentato mediante un sistema common rail operante ad altissima pressione e sovralimentato con un turbo compressore a geometria variabile, impianto quest’ultimo cui molto si legano un’erogazione di coppia che attacca a soli 900 giri/minuti con un buon 80% del massimo disponibile, 1580 newton/metro, e una potenza massima che resta costante fra i 1500 e i 2100 giri.
A proposito della potenza, va precisato che quella nominale, erogata a duemila e 100 giri, è di 350 cavalli, ma la presenza di un sistema di gestione interfacciato con la trasmissione e i gruppi di lavoro fa sì che quando la macchina è sottoposta a sforzi intensi l’erogazione salga di quasi 40 cavalli portando la potenza massima effettivamente disponibile. Lo stesso sistema è ovviamente presente su tutti i “7R”, ivi compreso il modello di attacco “7R 270” che però è equipaggiato con un motore John Deere “PowerTech Pss” sempre a sei cilindri ma da 6,8 litri sovralimentato mediante due turbocompressori posti in serie, uno a geometria fissa e uno a geometria variabile.
Con John Deere “7R” bassi consumi di urea
Emissionati in stage V mediante sistemi di post-trattamento supportati da impianti egr tesi a minimizzare i consumi di urea, i motori possono interfacciarsi con due diverse trasmissioni, una robotizzata e una di tipo cvt. La prima è un PowerShift “e23” da 23+11 rapporti, mentre la seconda è costituita da un gruppo a variazione continua “AutoPowr” che mette a disposizione quattro modalità di lavoro, “Auto”. “Personalizzata”, “Manuale” e “Pedale”, tutte pilotabili mediante il joystick “Command Pro” di facile configurazione in ogni sua funzione. Volendo infatti modificare le impostazioni standard basta agire sul sistema informatico di bordo “Command Center” che sui “7R” modello 2024 può avere quale interfaccia il nuovo display touch screen a colori “G5”. Rispetto ai monitor precedenti, “G5” vanta una risoluzione Full-Hd, una memoria aggiuntiva e una maggiore potenza di elaborazione risultando però sempre disponibile in due diverse misure, dieci o quasi 13 pollici di diagonale, per adattarsi al meglio alle esigenze di ogni singola azienda agricola.
Display universali
Entrambi i display sono universali, nel senso che possono essere installati su qualsiasi macchina, compatibili isobus “Aef” e protetti in classe “Ip65” contro le infiltrazioni di acqua o polvere. Quello di dimensioni maggiori dispone anche della funzione “AutoTrac” con controllo delle sezioni di serie mentre sono comuni la funzione di pre-programmazione dei futuri aggiornamenti software e la possibilità di interfacciarsi con i modem “JdLink R” e “JdLink M”, col secondo che si propone quale nuova soluzione plug & play atta a equipaggiare flotte miste in tutta semplicità.
Entrambi sono compatibili con il protocollo “Sae J1939”, possono elaborare oltre 14 punti dati di macchine di marchi diversi e quindi gestire un’intera flotta mista mediante il portale “John Deere Operations Center” che consente una connettività gratuita e bi-direzionale per il caricamento automatico di dati di resa e dei dati macchina. Da segnalare che tutte le soluzioni operano oggi sulla base di un concetto di licenza per le funzioni più avanzate che consente ad agricoltori e contoterzisti di pagare solo ciò di cui hanno necessità, riducendo così gli investimenti iniziali. Questi non dovrebbero però lesinare guardando ai ricevitori satellitari la cui linea è stata oggi arricchita dalla disponibilità del nuovo apparato “StarFire 7000 Rtk”, lanciato lo scorso anno. Vanta tempi di inizializzazione ridotti e una precisione di lavoro che può scendere al limite dei 2,5 cm avendo quali sistemi satellitari di riferimento oltre che quello statunitense anche l’europeo Galileo e il cinese Beidou.
Impossibile restare senza segnale
Il rischio di ritrovarsi in campo col trattore fermo e in attesa di segnali di fatto non lo si correrà mai mentre, al contrario, sarà facile rendersi conto di come le soluzioni digitali John Deere, se opportunamente sfruttate, rendano quasi autonomi i trattori. Ciò soprattutto se si lavora in campo, ambito in cui il sistema di guida “Auto Trac” arriva a gestire anche le manovre di fine passata e di rientro intervenendo anche sull’attrezzatura nel caso questa dia luogo a derive indotte da pendenze trasversali del campo.
Salotti semoventi
I John Deere serie “7R” sono equipaggiati con cabine di ultima generazione studiate in modo da offrire il massimo comfort all’operatore. Guardano in tale direzione non solo le soluzioni di base e strutturali dei vani quali, per esempio, i sistemi di sospensione, di insonorizzazione o di climatizzazione, ma anche un nutrito stuolo di gruppi accessori e di arredo fra i quali si inseriscono i sistemi di sterzo “Active Command Steering 2” che modulano in automatico e in base allo stato funzionale del trattore la sensibilità del volante e il suo rapporto direzionale con le ruote anteriori, peraltro sospese rispetto al carro mediante il sistema a controllo elettronico “TLS Plus”. Grazie a uno specifico giroscopio lo sterzo corregge inoltre in automatico eventuali derive del cantiere di lavoro così che l’operatore non debba assolutamente impegnarsi in tal senso dedicando quindi tutte le sue attenzioni al controllo del lavoro. Anche tale attività è però automatizzabile se l’attrezzo è compatibile isobus, o resa agevole dalla presenza di una poltrona di guida girevole su un arco di 65 gradi, 25 per agevolare l’accesso al vano e 40 per agevolare proprio il controllo visivo delle attrezzature.
La poltrona sempre sospesa per via pneumatica, se di tipo “Active Seat II” risulta anche ventilata, riscaldabile e regolabile nella conformazione mediante inserti gonfiabili oltre che in grado di effettuare massaggi lombari quando le ore di lavoro cominciano a pesare. In tal caso si rivelano preziosi anche i poggiapiedi laterali al piantone di sterzo in quanto se usati in abbinamento allo schienale reclinabile trasformano quella che normalmente è una “seduta di lavoro” in una vera e riposante “distesa”. Da segnalare anche la possibilità di disporre di retrocamere posteriori che permettono un controllo continuo e diretto delle attrezzature, di pacchetti led aggiuntivi di illuminazione nel caso si lavori spesso di notte e di un capiente vano refrigerato per tenere al fresco bibite e alimenti. Per difendersi dal sole l’operatore ha a sua disposizione tendine anteriori, posteriori e laterali, le manovre sono facilitate da specchietti regolabili elettricamente e se decide di ascoltare la radio può contare su un sistema di infotainment con Apple CarPlay di derivazione automotive composto da sei altoparlanti e un subwoofer di alta potenza.
John Deere serie “7R”: l’intelligenza artificiale contro le avarie
Come già accennato, uno dei plus operativi dei trattori John Deere “7R” è riferibile al loro rapporto peso/potenza in quanto impatta positivamente sui consumi. A comprovarlo i test sul campo condotti dalla Casa, che hanno evidenziato consumi dell’ordine dei 164 grammi di gasolio per cavallo/ora e di 11 grammi di urea sempre per cavallo/ora operando a pieno carico. Lavorando in campo un “7R 350” utilizza inoltre una media di 185 grammi di gasolio per cavallo/ora, circa il 9% in meno della media di classe, percentuale che, sempre secondo John Deere, cresce fino al 14% nelle applicazioni più leggere. A tali risultati contribuiscono anche tutte le soluzioni sviluppate per mantenere le macchine sempre in perfetta efficienza quali, per esempio, i servizi di assistenza remota “Connected Support” che consentono risposte proattive da remoto a qualsiasi problematica arrivando anche a prevenire eventuali avarie.
Il sistema “Machine Dashboard” consente infatti ai Concessionari di visualizzare il pannello di controllo di bordo di ogni singola macchina da loro assistita monitorandone i parametri di funzionamento e lo stato di salute. I dati possono poi essere analizzati dal sistema “Expert Alerts” che sulla base di specifici algoritmi avvisa circa la possibilità che insorgano problematiche prima che queste provochino reali guasti. La funzione “Service Advisor Remote” consente invece di effettuare la diagnostiche da remoto della macchina e l’aggiornamento dei software, l’analisi dei dati e, se necessario, di ottimizzare eventuali interventi in campo segnalando ai servizi di assistenza i ricambi e gli strumenti necessari per intervenire.
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Titolo: John Deere serie “7R”, trattori dal massimo comfort
Autore: Redazione